Avevi mai provato ad immaginarti nella tomba?
A vedere il tuo corpo inerme
avvolto nel raso lucido e soffice
Ferma immobile
Le labbra bianche che non daranno più baci
che non diranno più parole
che non tireranno più vento
Le mani poggiate delicate
e le dita affusolate
I capelli tagliati e le ferite
piene di sangue porpora coagulato
Avevi mai provato ad immaginare il tuo funerale?
tutti stretti in pianto
attorno a una cassa di legno
che suona cava
e tu sei lì che dormi
e senti tutti là fuori che si disperano
e non puoi fare nulla
Io non sono ancora morta
Ma tu sì
Lo sei
E non vedrai più nulla
non sentirai più le stagioni il canto degli uccelli
il rumore che fanno le foglie quando si scontrano
sugli alberi
Piccole cose che la morte
trasforma in grandi
Io non sono ancora morta
Ma tu si
E vengo invasa dalla nostalgia
dei momenti passati
del bene che ti ho voluto e che ti voglio
delle parole non dette
E il mio corpo si trasforma
da vivo
in ciò che era il tuo
al momento dell'ultimo respiro.
Bacerò
i tuoi occhi
di sole
con
la mia bocca
di luna
Formeremo
un'eclissi
perfetta
Il nostro amore
oscurerà
la terra
Diventeremo
un'unica cosa.
Come si agita
forte
questo vento
Lo senti?
Muovendosi
scuote l'aria
e non le dà pace
Nervoso e turbato
si lamenta
soffiando
con la sua voce
trasparente
Anima inquieta
del cielo
smarrita e soave
Pare la mia
Nel corpo intrappolata
turbolenta
si dimena
tentando un'evasione
Ma qui la lascio
a riposare
nel mio buio abisso.
Il mio cuore è
il corpo celeste
più bello
dell'universo in me
nascosto.
Vorrei giocare a quel gioco a cui giocavo da piccola.
Mordere il braccio all'amico lasciando il segno dei denti.
Aveva tutto l'aspetto di essere un orologio quel cerchio rosso frastagliato.
Dunque. Ci fermavamo a guardare le sue lancette invisibili, e lo scorrere infinito del tempo che mi ha fatta crescere contro ogni mia volontà.
E il nostro amore
cresce
come un albero
nel silenzio di un abbraccio.
Datemi una pistola la punterò alla mia tempia premerò il grilletto uscirà una condensa di pensieri aggrovigliati.
si dirama
Aterie di vetro
conducono denso sangue
in ogni parte del corpo
freddo
E' come sinfonia
di fiumi
questo trascorrere di
fluidi
che si liberano
E
come corde violente
ti allacciano
gli arti
E
ti trascinano
da me.
In questo cielo
scarlatto di buio
brillano le foglie
Come stelle
di costellazioni sconosciute
in questo cupo
spazio lontano
Formano
galassie senza nome
Bianche lattiginose
risplendono
illuminando
la tristezza dell'universo
Corpi celesti
Fili di luce
li uniscono
Formano
indistinte sagome
Invano
vago e cerco
il profilo di un
inesplorato volto
Ma si fa buio
E rimane solo
l'oscurata realtà.